Insolvenze aziendali in aumento: +4% nel 1° semestre 2025. Europa e Asia-Pacifico guidano la risalita
Coface: nel 1H 2025 l’indice globale delle insolvenze sale del 4%. Rischio politico-sociale record (41,1%). Europa e Asia-Pacifico guidano i rialzi; cosa fare per proteggere cassa e margini.
10/24/20252 min read
Il quadro globale (dato Coface)
Nel primo semestre 2025 le insolvenze aziendali nelle economie avanzate crescono del 4%. Contestualmente, l’indice Coface di rischio politico e sociale tocca un record storico: 41,1%, +2,8 punti rispetto alla media pre-pandemia. La crescita mondiale, pur resiliente agli shock commerciali, è stimata al +2,6% nel 2025 e +2,4% nel 2026.
Coface evidenzia che, dopo un’estate segnata da accordi e aumenti tariffari statunitensi, il tasso medio dei dazi USA si è assestato intorno al 18% (dopo un picco al 36%), ben sopra i livelli dell’era Biden (~2,5%).
Dove peggiora di più: Europa e Asia-Pacifico
Il focus regionale elaborato da Radiocor (Borsa Italiana) conferma lo sbilanciamento geografico:
Europa: +11% di insolvenze;
Asia-Pacifico: +12%;
Nord America: quadro sostanzialmente stabile.
L’Europa paga domanda interna debole e costo del denaro ancora alto; l’Asia risente della lentezza cinese e di catene di fornitura più costose; gli USA tengono su consumi e investimenti (AI), pur con primi segnali di raffreddamento.
La medesima lettura è stata rilanciata da molte testate italiane (Prealpina, L’Adige, Alto Adige, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Nord Est, La Voce di New York), a riprova della diffusione capillare del dato Coface sul territorio.
I tre driver che spingono i default
Protezionismo e costi di filiera – Tariffe più alte ⇒ materie prime/semilavorati più cari, margini compressi, prezzi finali meno competitivi.
Costo del denaro – Tassi e condizioni creditizie ancora selettive, soprattutto per PMI con leva elevata.
Domanda europea fiacca & Cina lenta – Rotazione scorte più lenta, DSO in salita e cassa operativa sotto pressione.
Settori più vulnerabili (prossimi 6–12 mesi)
Coface prevede respiro nel 2026 se i tassi caleranno, ma nel frattempo restano esposti i comparti ciclici: metalli, parti dell’automotive, tessile/abbigliamento e retail, soprattutto in Europa e Asia.
Cosa cambia per le imprese italiane (export verso Europa e Asia)
Volatilità pagamenti B2B: più insoluti/ritardi nei mercati con crescita debole.
Plafond da ritarare: limiti di fido più prudenti e revisione frequente.
Ribilanciamento portafoglio: riduzione delle concentrazioni settoriali/geografiche.
Il tema è sentito anche a livello locale, come mostrano i rilanci stampa nelle varie regioni.
Le 5 mosse pratiche per proteggere cassa e margini
Termini di pagamento dinamici
Introdurre plafond scalari per clienti più a rischio (Europa/Asia), stop&go automatici su scaduti, revisione Incoterms quando opportuno.Assicurazione del credito + recupero strutturato
Combinare limiti di fido assicurati, monitoraggio continuo e recupero stragiudiziale/legale per trasformare il mancato pagamento in rischio assicurato.Factoring pro-soluto mirato
Smobilizzare crediti di cluster/paesi più esposti, abbassando capitale circolante netto e rischio di cassa.Stress test di liquidità
Simulare +10/20 giorni di DSO e shock volumi/margini; verificare impatto su covenant e fabbisogno.Business information & early-warning
Aggiornare score e rating partner, attivare alert su cambi soci/sede, eventi avversi e ritardi ricorrenti.
Conclusione
Il +4% globale delle insolvenze nel 1H 2025 — con Europa e Asia-Pacifico davanti — non è un episodio isolato ma il segnale di una nuova normalità di rischio. In questo contesto, fanno la differenza disciplina sul capitale circolante, coperture del credito ben disegnate e intelligence continua sui partner.
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